ONDA PRIDE, DOMANI I CORTEI A ROMA, TRENTO E PAVIA. ARCIGAY: “LA POLITICA ASCOLTI QUESTE PIAZZE”

Bologna, 8 giugno 2018 – Sono tre i Pride in programma nel terzo weekend dell’Onda Pride,  la grande mobilitazionee dell’orgoglio arcobaleno organizzata da Arcigay in rete con le altre associazioni del movimento lgbti.  Domani, sabato 9 giugno, sarà festa dell’orgoglio a Trento, dove sfilerà per la prima volta il Dolomiti Pride (www.dolomitipride.it): appuntamento alle 15 in piazza Dante, luogo da cui il corteo si muoverà per raggiungere il Parco delle Albere, dove la festa proseguirà fino a notte inoltrata. Fissato per domani anche il ritorno del Pavia Pride (www.paviapride.it), che dà appuntamento ai manifestanti alle 15 in piazza Italia, per attraversare la città e raggiungere l’approdo fissato in piazza Guicciardi, dove si terranno i discorsi dei portavoce. Per la festa, poi, appuntamento al Caffé Teatro. Infine, domani è il giorno del Pride della Capitale: per il Roma Pride (www.romapride.it) appuntamento alle 15 in piazza della Repubblica. “Le strade e le piazze sono i nostri luoghi congeniali – commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay -, da lì è partita la nostra rivoluzione, il rifiuto dell’invisibilità alla quale per secoli omosessuali e trans sono stati costretti. Da oltre trent’anni riempiamo le strade con il nostro orgoglio, contro chi vorrebbe rimuoverci, nasconderci, ignorarci. Contro i ministri oscurantisti, i patrocini negati, i sussurri e i balbettii della politica, parlano le piazze. Anzi, gridano: sta alla politica ascoltarle, farsi carico di questa straordinaria mobilitazione che cresce anno dopo anno, che non conosce crisi o pause, ma che anzi ostinatamente indica la strada dell’uguaglianza, del pieno riconoscimento dei diritti umani, civili, sociali. Questi cortei sono innanzitutto istanze: attraversarli non è una passeggiata ma un’assunzione di responsabilità che deve trovare già dall’indomani ricadute concrete. Sfilare al Pride è un’esperienza indimenticabile, ma anche un impegno che va preso con serietà e senza approssimazioni. Perché i diritti, specie in un Paese arretrato, omofobo, misogino e razzista come il nostro, sono una cosa molto seria”, conclude Piazzoni.